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smart working no ritorno al pubblico impiego

I sindacati del comparto chiedano di tornare al lavoro agile come standard almeno fino al superamento del picco.

Nonostante l’aumento dei contagi, dovuti al dilagare di Omicron, il Dipartimento della Funzione pubblica non ha intenzione di rivedere le norme sullo smart working nella PA. Il Ministero della PA mette in evidenza come le regole attuali permettano ampia flessibilità per organizzare il lavoro sia in presenza sia a distanza. “La linea fin qui seguita dal governo, grazie alle vaccinazioni, al green pass e al super green pass, ha reso pienamente compatibile il massimo livello di apertura delle attività economiche, sociali e culturali con il massimo livello di sicurezza sanitaria”, sostiene il Dipartimento in una nota. È sempre il Ministero a ricordare come la maggior parte dei dipendenti pubblici siano già soggetti all’obbligo di vaccino e prevalentemente tenuti alla presenza: si parla degli addetti della scuola, della sanità e delle forze dell’ordine, in pratica circa i due terzi dei 3,2 milioni totali. In Germania contro Omicron hanno fatto la differenza tamponi gratuiti e tanto smart working: il numero di contagi quotidiani è stato abbattuto. L'Italia per ora ha scelto di percorrere un'altra strada. Secondo il ministero “alla luce della grande flessibilità riconosciuta alle singole amministrazioni e dell’esigua minoranza di dipendenti pubblici che potrebbe realmente lavorare da casa, risulta, dunque, incomprensibile l’invocazione dello smart working per tutto il pubblico impiego. Un tutti a casa come sperimentato, in assenza dei vaccini, durante la prima fase della pandemia nel 2020, legato al lockdown generalizzato e alla chiusura di tutte le attività economiche e di tutti i servizi, tranne quelli essenziali. Non è questa la situazione attuale”.